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LA COPPIA MATURA AL FIUME - parte seconda
di pordenonese69
29.12.2019 |
1.832 |
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"Lei si è avvicinata, lo cinge da dietro e in friulano gli dice
“Ti plasia? L’esie braf? Lu hai cjatat jo par te e lui al mi lecherà la frice e tu ti as di..."
Infatti non riesco a stare indifferente.Lui finisce, si gira, passa guardandomi sorridendo e si siede sul tronco all’ombra, lei si sta risciacquando e si gode in fresco dell’acqua guadandomi. Esce, per andare al suo posto mi passa vicinissimo
“scusa, non ti abbiamo scandalizzato vero?”
“No no, tranquilli piacciono anche a me quei giochi, e poi si vede che mi piacciono vero?” lei ride, abbassa leggermente lo sguardo sul mio cazzo che si è gonfiato, ha una voce molto gentile, in piedi noto che nonostante sia sulla sessantina il fisico è ancora abbastanza tonico, un gran seno pesante ma non cadente, una bella signora matura e ancora piacente per chi è attirato dalla carne da stringere tra le mani.
“A noi piace giocare, mio marito è un porco e a me non dispiace, a te cosa piace”
“Beh dipende dalle situazioni, anche a me piace il sesso, sia guardare che partecipare”
“Mio marito ha ragione, hai un bel corpo, un bel cazzo e un bel culo, non ti offendi vero” “Grazie, anche voi siete una bella coppia” il dialogo prende una bella piega
“A me piace farmi leccare la figa e godere, ma niente è per niente”
per un attimo ho pensato fossero mercenari, mi chiedono soldi per leccarle la figa, ho avuto due secondi di esitazione ma lei continua
“Mi eccita guardare mio marito che si fa succhiare il cazzo da un uomo più giovane” Rincuorato prendo la palla al balzo
“Io adoro leccare la figa, mi riesce benissimo”
Lei in piedi a un metro da me scende con una mano tra le gambe e si accarezza clitoride e labbra della figa, facendo passare in mezzo un dito
“Allora vuoi leccarla? Lo prendi anche dietro? A lui piace il culo ma io non posso prenderlo perché mi fa male. Se lo prendi e lo fai felice puoi farmi quello che vuoi ma non lo prendo, lo faccio solo con lui. Bacio, succhio, piscio ma prenderlo no.” “Se la vuoi va da lui e prendilo in bocca mentre vi guardo”
Non rispondo, mi alzo, prendo il marsupio con i preservativi e lascio lei a toccarsi la figa andando da lui. Seduto sul tronco all’ombra, adesso ha una lattina di birra in mano che si sta aprendo, il pancione in mostra e sotto a penzoloni il cazzo molle e due testicoli belli grossi; non ho idea del perché ma quella immagine mi mandava il sangue in testa.
Butto a terra il marsupio, mi inginocchio, prendo in mano i testicoli e li massaggio mentre con l’altra mano prendo il cazzo, rimango alcuni secondi a guardare, lui mi prende la testa e la avvicina con forza verso il suo petto offrendomi o forse obbligandomi a succhiargli un capezzolo. Da come geme gli piace, mi sposta sull’altro per lo stesso servizio
“Bravo succhia che poi ti do il cazzo”
Ha un modo deciso e un po’ rude, mi eccita e d’istinto abbasso la testa, mi porto il cazzo in bocca iniziando a succhiare. Il cazzo è molle perciò entra in bocca e posso farlo roteare con la lingua, lo schiaccio al palato e ci gioco. Dura pochi secondi e lo sento gonfiare, con la mano che gli massaggio i testicoli posso sentire da sotto la tensione che cresce, il sangue che veloce si concentra su quel pezzo di carne calda che prende vita. Si alza in piedi, in ginocchio davanti a lui in piedi la posizione diventa ottimale per iniziare un lento pompino, una mano sui testicoli, una sull’asta, bocca e lingua sulla cappella.
Sembrava un cazzetto non particolarmente importante invece in mano lo sento crescere, da molle a penzoloni in un minuto è diventato duro e inarcato verso l’alto, la cappella che prima muovevo molle in bocca adesso a mala pena riesco a contenerla, liscia e quasi violacea, l’asta che svetta dura verso l’alto, lo lecco con cura, lo faccio uscire dalla bocca, lo tengo forte alla base, ben scappellato e con la punta della lingua più volte faccio il giro di quella cappella grossa, sembra una prugna di medie dimensioni.
Lei si è avvicinata, lo cinge da dietro e in friulano gli dice
“Ti plasia? L’esie braf? Lu hai cjatat jo par te e lui al mi lecherà la frice e tu ti as di tasi! O soi la to vacje….” (Ti piace? E’ bravo? L’ho trovato io per te e lui mi leccherà la figa e tu devi stare zitto! Sono la tua vacca…)
Questa cosa a lui ha fatto vibrare il cazzo al punto pensavo stesse per sborrare ma anche a me ha mandato il sangue in testa, ho spalancato la bocca, sentivo la cappella premere nel palato mentre scivolava verso la gola, mi sono ritrovato con il viso spinto sul pancione, il cazzo spingere in gola, prendere per i capelli per stare fermo e sbavare su quel pezzo di carne dalla consistenza del marmo.
Sento prendermi una mano da lei che nel frattempo si è avvicinata, la stacca dai testicoli e la porta sulle grosse tette invitandomi a impastare quella carne con forza, la mano di lei che comincia a giocare con il mio cazzo ma la goccia che ha fatto scatenare la troiaggine è stato quando lui tenendomi per i capelli mi ha staccato dal cazzo bagnato di saliva, mi ha obbligato ad alzare un po’ la testa, l’ho visto bere per solarsi scolarsi la birra quasi fino alla fine mentre gli facevo un pompino, staccare la lattina dalla bocca e svuotarmela sul viso, riportarmi sul cazzo da succhiare ed esplodere un gran rutto.
Ora, in condizioni normali sarei rimasto allibito, ma in quel momento, al fiume con il sole che ti scalda completamente nudo, un cazzo con una cappella enorme in bocca, costretto per i capelli al ritmo del pompino, una tetta enorme dal capezzolo che sembrava un chiodo, una mano che mi sega quel gesto da porco assoluto, da maschio padrone con il contemporaneo scambio di epiteti tra marito e moglie “Porco!” “Troia!” “Frocio!” “Taci vacca!” è stata la benzina sul fuoco.
Il pompino è diventato più veloce e famelico della mano di lui, la mano libera ha iniziato ad accarezzare quel pancione liscio (per fortuna è senza peli) salendo fino al capezzolo, ho stretto e tirato il capezzolo di lei come avevo visto fare al marito sentendo il corpo di lei vibrare, quel rutto mi risuonava in testa e mi sentivo un oggetto per sfogare le sue, le loro voglie.
“Lo vuoi nel culo? Poi mi fai quello che vuoi” mi sussurra lei con un filo di voce quasi non volesse farsi sentire dal marito e un tono che più che una domanda era un “mettiti a pecora che voglio vedere che ti scopa”
……continua……….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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